Il pane è il cibo più antico e importante nella storia dell’uomo occidentale, figlio della “civiltà del frumento”.
Le sue origini non si possono determinare con assoluta precisione, ma sicuramente risale all’età neolitica, ad un periodo anteriore al 7000-8000 a.C., quando avvennero i primi tentativi di semina dei cereali.
Il frumento rappresenta il cereale panificatorio per eccellenza, ma originariamente furono impiegati soprattutto l’orzo, forse la più antica graminacea utilizzata, ed il miglio, ancora oggi alla base dell’alimentazione nelle regioni nord-africane.
La scoperta del pane è avvenuta quasi sicuramente in modo casuale.
Il primo passo verso la panificazione fu l’utilizzo dei cereali macinati grossolanamente e mescolati con acqua.
Quando si scoprì che tostando i chicchi essi diventavano più gustosi e digeribili, si passò alla cottura: qualcuno osservò che lasciando la miscela di farina e acqua vicino al fuoco o su pietre roventi, questa si induriva; si produssero di conseguenza i primi pani senza lievito.
Anche il processo di fermentazione naturale fu scoperto per caso: probabilmente un impasto di farina e acqua, dimenticato in un luogo caldo, fermentò diventando soffice, voluminoso e acido e dopo la cottura risultò essere fragrante e buono.
Nell’antico Egitto compare per la prima volta la figura professionale del fornaio, quindi la tecnica della lievitazione si evolve progressivamente.
Si suppone che anche la scoperta del lievito sia stata del tutto casuale: una schiava avrebbe gettato il residuo della lavorazione della birra dentro l’impasto il quale, prodigiosamente, si sarebbe gonfiato.
Secondo gli archeologi, il pane lievitato, preparato circa 6000 anni fa per la prima volta in Egitto, fu successivamente prodotto nell’isola di Cipro, quindi in Grecia e infine nella Magna Grecia.
Nel mondo romano fece il suo ingresso nel secondo secolo a.C. quando, dopo la conquista della Grecia (168 a.C.), furono condotti a Roma come prigionieri di guerra alcuni fornai che divennero i primi panificatori della città.
Nel tempo sorsero numerosi forni pubblici: nell’età di Augusto se ne contavano circa 400 ed i fornai, che godevano di notevole considerazione come gruppo sociale, diedero inizio a forme di associazionismo costituendo la corporazione dei pistores.
Strettamente connessa alla storia del pane c’è la storia dei mulini, azionati con la forza degli uomini o degli animali, con la spinta del vento o dell’acqua, prima dell’invenzione dei motori a vapore ed elettrici.
E c’è pure la storia dei forni, da quelli rudimentali preistorici, a quelli pubblici urbani, a quelli rurali presenti in ogni corte contadina, fino a giungere a quelli elettrici odierni.
Bontà del pane
Il pane è così buono che nella nostra cultura è stato assunto nel tempo come simbolo della bontà. Infatti è di uso comune l’espressione “buono come il pane”.
Il pane riesce a soddisfare contemporaneamente i cinque sensi: non solo il gusto, ma anche la vista, l’olfatto, il tatto e perfino l’udito.
Più buoni con l'odore del pane...
Il profumo del pane ci apre così tanto l'anima, oltre che lo stomaco, che è in grado di farci diventare persone migliori. La quasi totalità di un gruppo osservato da un'Università francese, infatti, si è mostrato particolarmente disponibile ad aiutare sconosciuti, quando era circondato dall'odore di forno e baguette. quel profumo caldo e croccante, insomma, ben dispone perchè riporta al piacere e alla convivialità.
Il pane è un alimento nobile e prezioso, probabilmente il più nobile di tutti, e nel corso della sua lunghissima storia ha assunto sempre maggiore importanza nella vita degli uomini, per i quali può rappresentare non solo nutrimento per il corpo, ma anche per lo spirito. Infatti, in molte culture e tradizioni il pane riveste un ruolo fondamentale nella celebrazione di riti religiosi.
Nella Bibbia è ampiamente citato e valorizzato. Dio, scacciando Adamo dal paradiso terrestre, gli ordina: “Tu mangerai il pane con il sudore della tua fronte”. Gesù di sé dice: “Io sono il pane di vita; chi viene a me non avrà più fame”.
Nella modesta forma del pane Gesù rimarrà per sempre con tutti gli uomini di buona volontà, con coloro che accoglieranno il suo messaggio di amore e di pace.
Le sue origini non si possono determinare con assoluta precisione, ma sicuramente risale all’età neolitica, ad un periodo anteriore al 7000-8000 a.C., quando avvennero i primi tentativi di semina dei cereali.
Il frumento rappresenta il cereale panificatorio per eccellenza, ma originariamente furono impiegati soprattutto l’orzo, forse la più antica graminacea utilizzata, ed il miglio, ancora oggi alla base dell’alimentazione nelle regioni nord-africane.
La scoperta del pane è avvenuta quasi sicuramente in modo casuale.
Il primo passo verso la panificazione fu l’utilizzo dei cereali macinati grossolanamente e mescolati con acqua.
Quando si scoprì che tostando i chicchi essi diventavano più gustosi e digeribili, si passò alla cottura: qualcuno osservò che lasciando la miscela di farina e acqua vicino al fuoco o su pietre roventi, questa si induriva; si produssero di conseguenza i primi pani senza lievito.
Anche il processo di fermentazione naturale fu scoperto per caso: probabilmente un impasto di farina e acqua, dimenticato in un luogo caldo, fermentò diventando soffice, voluminoso e acido e dopo la cottura risultò essere fragrante e buono.
Nell’antico Egitto compare per la prima volta la figura professionale del fornaio, quindi la tecnica della lievitazione si evolve progressivamente.
Si suppone che anche la scoperta del lievito sia stata del tutto casuale: una schiava avrebbe gettato il residuo della lavorazione della birra dentro l’impasto il quale, prodigiosamente, si sarebbe gonfiato.
Secondo gli archeologi, il pane lievitato, preparato circa 6000 anni fa per la prima volta in Egitto, fu successivamente prodotto nell’isola di Cipro, quindi in Grecia e infine nella Magna Grecia.
Nel mondo romano fece il suo ingresso nel secondo secolo a.C. quando, dopo la conquista della Grecia (168 a.C.), furono condotti a Roma come prigionieri di guerra alcuni fornai che divennero i primi panificatori della città.
Nel tempo sorsero numerosi forni pubblici: nell’età di Augusto se ne contavano circa 400 ed i fornai, che godevano di notevole considerazione come gruppo sociale, diedero inizio a forme di associazionismo costituendo la corporazione dei pistores.
Strettamente connessa alla storia del pane c’è la storia dei mulini, azionati con la forza degli uomini o degli animali, con la spinta del vento o dell’acqua, prima dell’invenzione dei motori a vapore ed elettrici.
E c’è pure la storia dei forni, da quelli rudimentali preistorici, a quelli pubblici urbani, a quelli rurali presenti in ogni corte contadina, fino a giungere a quelli elettrici odierni.
Bontà del pane
Il pane è così buono che nella nostra cultura è stato assunto nel tempo come simbolo della bontà. Infatti è di uso comune l’espressione “buono come il pane”.
Il pane riesce a soddisfare contemporaneamente i cinque sensi: non solo il gusto, ma anche la vista, l’olfatto, il tatto e perfino l’udito.
Più buoni con l'odore del pane...
Il profumo del pane ci apre così tanto l'anima, oltre che lo stomaco, che è in grado di farci diventare persone migliori. La quasi totalità di un gruppo osservato da un'Università francese, infatti, si è mostrato particolarmente disponibile ad aiutare sconosciuti, quando era circondato dall'odore di forno e baguette. quel profumo caldo e croccante, insomma, ben dispone perchè riporta al piacere e alla convivialità.
Il pane è un alimento nobile e prezioso, probabilmente il più nobile di tutti, e nel corso della sua lunghissima storia ha assunto sempre maggiore importanza nella vita degli uomini, per i quali può rappresentare non solo nutrimento per il corpo, ma anche per lo spirito. Infatti, in molte culture e tradizioni il pane riveste un ruolo fondamentale nella celebrazione di riti religiosi.
Nella Bibbia è ampiamente citato e valorizzato. Dio, scacciando Adamo dal paradiso terrestre, gli ordina: “Tu mangerai il pane con il sudore della tua fronte”. Gesù di sé dice: “Io sono il pane di vita; chi viene a me non avrà più fame”.
Nella modesta forma del pane Gesù rimarrà per sempre con tutti gli uomini di buona volontà, con coloro che accoglieranno il suo messaggio di amore e di pace.